Nan Goldin: La fotografia come diario

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“I knew from a very early age, that what I saw on tv had nothing to do with real life. So I wanted to make a record of real life. That included having a camera with me at all times.”

- Nan Goldin

Trixie on the cot, NYC. 1979. From The Ballad of Sexual Dependency ©Nan Goldin

La ricerca della verità per Nan Goldin, una delle più celebri fotografe contemporanee, non è una questione di scelte, ma è piuttosto un dovere a cui l’artista ha sempre risposto documentando la lunga sequenza di incontri, storie e accadimenti che costituiscono, retrospettivamente, una sorta di ininterrotto racconto biografico in cui l’estetica dell’istantanea definisce la cifra stilistica di Goldin.

Nan and Brian in Bed, NeYC, 1983 ©Nan Goldin
Spread from the original maquette of The Ballad of Sexual Dependency, ca. 1985 ©Nan Goldin

In The Ballad of Sexual Dependency, la sua serie fotografica più famosa, 700 istantanee a colori scorrono in rapida successione, l’una dopo l’altra, accompagnate da un sottofondo musicale in cui la musica classica si alterna a quella pop e rock senza soluzione di continuità. La scelta di mostrare le sue foto in diapositive, dovuta inizialmente alle difficoltà economiche di Goldin, è diventata parte della cifra stilistica della fotografa, dando vita ad un nuovo modo di presentare e narrare la fotografia: una sorta di storytelling intimista che Goldin ha cominciato a far circolare nei club newyorkesi, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80.

Cookie, Tin Pan Alley, NYC. Nan Goldin, 1983 ©Nan Goldin

In quest’opera, che la stessa Goldin ha descritto come "il diario che lascio leggere alla gente", Goldin fotografa amici, familiari, sconosciuti e se stessa, attraverso l’immediatezza che traspare dallo stile informale delle istantanee. Racconta le relazioni sentimentali che le attraversano la vita, mostrando i silenzi, i vuoti e i pieni di incontri profondamente intimi. Ne è un esempio la celebre fotografia Nan and Brian in bed (New York, 1983) che appare anche come copertina di The Ballad.  

Misty, Taboo and Jimmy Paulette Dressing, 1991 ©Nan Goldin
Spread from the original maquette of The Ballad of Sexual Dependency, ca. 1985 ©Nan Goldin

In Nan One Month after Being Battered (New York, 1984), uno degli autoritratti più conosciuti di Goldin, la fotografa  ha il volto gonfio dalle percosse subite dal suo amante alla fine della loro relazione. Questo autoritratto forse rappresenta una delle foto maggiormente intime della carrier di Goldin: la foto chiude la serie di The Ballad con una funzione totalmente diaristica. 

Nan One Month after Being Battered, NYC, 1984 ©Nan Goldin

Sebbene dagli elementi della composizione - lo sfondo scelto per far risaltare il soggetto in primo piano e il contrasto tra l’accuratezza della pettinatura e del maquillage in opposizione al volto tumefatto - emerga l’intenzionalità e la cura dell’artista nella scelta dello scatto, la foto racconta in modo immediato la fine di una relazione e i suoi effetti nella vita di Goldin, in una fusione di realismo e documentazione sociale capace di toccare chiunque, al di là del vissuto personale. 

In linea con l’estetica snapshot, , Nan Goldin ci mostra la sua intimità, senza provocazione né desiderio di scandalo, ma con semplicità ed immediatezza, proprio come un album di famiglia. 

Written by
Untolds