L'architettura di Tadao Ando in mostra all'Armani Silos di Milano

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TRA GEOMETRIA E NATURA

I materiali dell’architetto – dell'urbanistica – sono il sole, gli alberi, il cielo, l’acciaio, il cemento, in questo ordine gerarchico e indissolubile, scriveva Le Corbusier. E in questo solco il rapporto uomo-natura è uno dei principali temi su cui si muove l'architettura di Tadao Ando, riconosciuto come uno tra i massimi rappresentanti della corrente minimalista dell'architettura contemporanea, la cui poetica si fonda su tre principi cardini: la geometria essenziale di forme e volumi, la natura naturans sottoforma di luce, acqua e vento, e la concretezza materica di cemento, ferro e vetro.

La profonda sensibilità dell’architetto giapponese, la sua filosofia e l'estremo rigore che contraddistingue la sua opera hanno spinto Giorgio Armani a dedicare all'opera omnia di Ando una retrospettiva che ripercorre le fasi piú significative della carriera dell'architetto giapponese. Inaugurata durante i giorni della Milano Design Week, la mostra The Challange occupa gli spazi dell'Armani Silos di Via Borgognone a Milano, progettati nel 2015 da Ando, lí dove negli anni 50 sorgeva un deposito di granaglie di una grande industria multinazionale.

Armani/Silos, The Challenge. Tadao Ando. Photography by Igreg Studio

La mostra, aperta al pubblico fino al 28 luglio, oltre a rendere omaggio al celebre architetto giapponese, celebra l'incontro tra la filosofia Armani e l'estetica di Ando. “Nell'architettura di Tadao Ando vedo la straordinaria abilità di trasformare materiali pesanti, come il metallo e il cemento, in qualcosa di poetico ed entusiasmante. Mi piace come usa la luce, un elemento fondamentale che contribuisce a definire il carattere degli spazi”, dice lo stilista che pure ha fatto del rigore e della sperimentazione i suoi marchi distintivi.

Con un approccio curatoriale basato sull'intreccio di documenti personali (le fotografie e i taccuini di viaggio di Ando) e professionali (disegni tecnici, modelli originali e illustrazioni), The Challenge ripercorre i cinquant´anni di carriera di Tadao Ando attraverso le sue realizzazioni più significative: da Row House a Sumiyoshi - Azuma House (1976), al museo di Naoshima (1988) fino al progetto ancora in corso per la Bourse de Commerce di Parigi, la cui conclusione è prevista per l'autunno 2019. Il percorso narrativo - progettato da Tadao Ando con il suo studio, in collaborazione con il Centre Pompidou e il curatore Frédéric Migayrou - si articola intorno a quattro temi principali: Forme primitive dello spazio, Una sfida urbana, Genesi del paesaggio, Dialoghi con la storia.

Armani/Silos, The Challenge. Tadao Ando. Photography by Igreg Studio

A seguire le tracce di quello che appare come un percorso professionale e, al contempo umano, si ha la percezione della genialità di Ando mista ad una smisurata fede nell'uomo e nella natura. Con uno spirito da viaggiatore alla Jack London, Ando comincia a girare il mondo poco piú che ventenne, avvicinandosi all'architettura da autodidatta. Dopo una serie di viaggi formativi che lo portano a spostarsi dall'Europa all'Africa, dall'India agli Stati Uniti, apre nel 1969 il proprio studio, tramite il quale, nella prima fase della carriera, si approccia a progetti residenziali che sovvertono quelle che erano state sino ad allora le tradizionali regole dell'architettura abitativa giapponese. Uno dei suoi primi progetti a valergli un riconoscimento internazionale è Azuma House ad Osaka, un'abitazione familiare di 65mq con la quale Ando decostruisce e reinterpreta la tradizionale separazione giapponese tra corte e area interna, a cui si aggiungono quegli elementi che ancora oggi contraddistinguono l'architettura di Ando: uso della luce come elemento spaziale, l'importanza (non solo) materica delle pareti interne e degli spazi divisori, il rapporto tra geometria ed elementi naturali.

Azuma House by Tadao Ando - Osaka, Japan - 1976
Azuma House by Tadao Ando - Osaka, Japan - 1976

Basata sull'alchemico connubio di materiali di inspirazione "occidentale" (cemento, ferro, ecc.) e di elementi naturali basilari nella filosofia "orientale" (la luce, il vento e l'acqua), l'opera di Ando ci parla di materia e spiritualità, di concretezza ed astrazione. Lo fa senza contraddizione, naturalmente, mostrando le virtù e i virtuosismi di un'architettura fatta da geometria e natura. Ne sono un esempio la Chiesa della Luce, realizzata nel 1989 ad Ibaraki, sobborgo di Osaka, in cui la relazione tra natura e architettura supera la semplice definizione di equilibrio delle parti per culminare nell'esaltazione dell'elemento naturale (la luce, in questo caso) per mano di quello umano (il cemento). È cosÌ che, corbousianamente, la luce si fa letteralmente spazio, occupa volume, diventa geometria contenuta nella scatola di cemento nuda e essenziale che ne è complemento.

Church of the Light by Tadao Ando - Ibaraki, Japan- 1989

Luce sta a cemento come antico sta a presente. In continuo dialogo con il passato, l'architettura di Ando guarda alla rovina come all'essenzialità del pensiero, allo spirito della cosa. Ne é una dimostrazione il progetto di riconversione architettonica della Bourse de Commerce di Parigi (già palazzo Dé Medici nel 500 e granaio nel 700) commissionato dalla Fondazione Pinault ad Ando.

Localizzata in quello che Zola defini il “il ventre di Parigi”, il quartiere commerciale di Les Halles, la sovrastante cappella a pianta circolare ospiterà al suo interno un centro d’arte contemporanea, conservando la sua cupola di vetro e la struttura a pianta circolare in cui sarà inserito un cilindro di cemento di 9mt di altezza che fungerà da galleria per le opere monumentali. Il risultato, assicura Ando, sarà unico nel suo genere: la forma dello spazio garantirà al pubblico un'esperienza introspettiva, un incontro con l'opera d’arte.

Un nuovo spazio da indossare, un paesaggio da esperire, tra geometria e natura.

Setouchi Aonagi Hotel by Tadao Ando - Shikoku, Japan
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Untolds