La pagina come playground: giocare con i libri di Bruno Munari

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Prelibri by Bruno Munari- 1979

"Questo piccolo libro, per lui era molto importante. Questo libro è uno degli ‘illeggibili.’”. 

Inizia così l’intervista a Marzi Corraini che, più di quaranta anni fa, fondava, con il marito Maurizio Corraini, l'omonima galleria d’arte e la casa editrice a Mantova. Il libro in questione è MN1, il libro illeggibile progettata da Munari nel 1984 appositamente per la Corraini, oggi arrivato alla sua ottava riedizione. 

MN1 by Bruno Munari

Nel 1949 Bruno Munari progetta una serie di ‘libri illeggibili’, opere che definitivamente rinunciano alla comunicazione testuale a favore della sola funzione estetica. Il libro, privato della parola, comunica attraverso la carta, il formato, il colore, i tagli e la loro alternanza un nuovo modo di leggere o di non leggere. La pagina diviene luogo di gioco, playground bidimensionale per apprendere a giocare con fantasia e immaginazione, spazio di movimento.

Lungo tutto l’arco della sua produzione creativa, Munari ha sempre guardato al libro come ad un territorio di sperimentazione di materiali, di lettura giocosa e di comunicazione visiva.

MN1 è un libro senza parole, ma con colori e forme capaci di creare suggestioni, storie e narrazioni infinite. Un gioco che Munari ripete con Nella notte buia, uscito per la prima volta, in poche copie, nel 1956 e da allora diventato un libro culto dell’editoria per ragazzi. A distanza di sessant’anni, Nella notte buia parla a bambini e adulti con la stessa attualità. L'esperienza è visiva ma anche tattile, e ricca di sorprese e imprevisti: pagine di formati e materiali diversi si alternano, fori, aperture, trasparenze raccontano e svelano piccoli misteri, ed è quasi come se la vita prendesse forma tra le mani di chi sfoglia il libro.

Nella Notte Buia by Bruno Munari

Come racconta Marzia Corraini: “per Munari, MN1 e La notte buia erano libri d’arte a tutti gli effetti, anche nella tiratura su grande scala. Il mondo dell'arte, ora e allora, non riconosce questo merito alle pubblicazioni ristampate periodicamente; i collezionisti preferiscono possedere la prima edizione (…) Munari diceva spesso che per lui MN1 era un libro-paradigma, una delle sue creazioni più importanti. Nato per le mani dei bibliofili, è poi riuscito a raggiungere un pubblico molto vasto.”.

Il mondo di Munari è un mondo fatto di colori e sogni, come testimoniano le parole di Marzia Corraini. L'amicizia che Ii legava ci ha guidato attraverso l’archivio Corraini, ci ha raccontato il metodo di lavoro di Munari e soprattutto ci ha mostrato come Munari riuscisse a trasformare le idee, perché proprio nel suo metodo di lavoro, Munari ha trovato il superamento di se stesso e dell’oggetto.

Nell’opera di Munari, il libro non è solo carta, non è solo testo, non è solo colore. 

E’ un'idea, un oggetto da tenere in mano, con il quale stabilire una relazione che passa attraverso colori ed emozioni, uno spazio di lettura (al rovescio) che rimanda al gioco. Nelle mani di un adulto, diventa ponte, oggetto relazionale con il bambino (interiore ed esterno). 

Il tema dell’infanzia, inteso nella sua complessità, è ciò che muove Munari ad arrivare alla semplicità, a spiegare concetti complessi attraverso il gioco, la logica, il tatto, lo stimolo della curiosità. Il punto di partenza è la carta. Nelle mani: un libro di carta - suggerisce il cervello - . Si tratta invece di stoffa, buchi, punti interrogativi, piccoli fili di spago da seguire per attraversare le copertine, le pagine e arrivare a qualcosa che, probabilmente, non c’è. 

Perché il messaggio è questo: il libro non è qualcosa di finito, chiuso in se stesso. Non è una verità, ma un'opera dell'intelligenza creata per stimolare il pensiero. 

E questo Munari lo sapeva molto bene. 

Le citazioni sono tratte dall’intervista realizzata nel 2015 negli archivi Corraini con Marzia Corraini.

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Untolds