Quante volte ci siamo specchiati in quella enorme mela archetipa? Piena, rossa, tonda, occupa tutto lo spazio, anche quello intorno a lei. Sazia, riempie, completa. Come faceva l’arte del suo creatore, Enzo Mari.

Ad un paio di giorni dall’apertura della mostra che lo celebra come uno dei più importanti designer della storia del 900, Mari ci ha lasciati e, a distanza di poco, anche sua moglie, Lea Vergine, voce al femminile di una critica d’arte fuori dal comune.
La mostra, allestita alla Triennale del Design di Milano e curata da Hans Ulbrich Obrist con Francesca Giacomelli, attraversa sessant’anni di carriera di Mari, dividendosi in una sezione storica e in una serie di contributi di artisti e progettisti internazionali – Dominique Gonzalez-Foerster, Mimmo Jodice, Nanda Vigo, tra i tanti – invitati a rendere omaggio a Mari attraverso installazioni site-specific e nuovi lavori appositamente commissionati.
Uno dei risultati più interessanti di questo dialogo contemporaneo con le opere eterne di Mari è quello di Nanda Vigo che ha reinterpretato i famosi 16 animali e i 16 pesci di Mari al neon.

Mari, definito da Alessandro Mendini “la coscienza del designer”, non limitava la sua azione al campo della pratica; designer e teorico, allo stesso tempo, ha creato le basi per generazioni di creativi che si sono formati sui suoi lavori, come Falce e martello: tre dei modi con cui un artista può contribuire alla lotta di classe, il libro-catalogo che, nel ’73, accompagnava la mostra di Mari alla Galleria Milano, oggi riproposta dalla stessa galleria, a distanza di quasi cinquant’anni, e accessibile al pubblico fino al 21 gennaio del 2021.

All’antologica dedicata a Mari, si aggiunge un’altra buona notizia. Alla Triennale avrà sede il Museo della Fotografia, 1500 mq di spazio espositivo e archivi, composti, in gran parte, dai fondi di MUFOCO, il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, 2 milioni di immagini (di cui 56.229 digitalizzate), 455 autori e 34 fondi online, con fotografie che vanno dal secondo dopoguerra, con particolare attenzione agli sviluppi della fotografia contemporanea, dagli anni Settanta a oggi. Il tutto a testimoniare il legame profondo e imprescindibile tra design e fotografia.