Encantadas: Identità e arte trascendente brasiliana.

HomeStories

Sotto il nome di “Encantária” si riunisce un insieme di pratiche magiche, credenze e rituali brasiliani influenzati dalla cultura indigena Tupi-Guarani, la cui caratteristica principale consiste nella sua stretta relazione di amore e devozione verso la natura che si manifesta all’uomo attraverso spiriti ed entità legate al mondo animale e vegetale. 

Encantadas è il titolo della mostra che, fino al 18 luglio, occupa le sale del Schwules Museum di Berlino, curata da un giovane collettivo di trans-curatori brasiliani; un racconto collettivo e multidimensionale della ricerca di un’identità latinoamericana originaria attraverso l’opera di sette artisti del nord e del nord-est del Brasile.

A TRANSÄLIEN, Sanni Est, Ué Prazeres, i tre curatori della mostra, hanno selezionato i lavori di Aoruaura, Borblue, Rastros de Dyógenes, Porca Flor, Sy Gomes, Daniel Lie, Jonas Van, creando un dialogo tra le opere audiovisive, le sculture, le installazioni multimediali e lo spazio, in cui giochi di luci e ombre,  l’uso di piante e terra risvegliano tutti i sensi dei visitatori e incarnano una forza collettiva. Il risultato è la creazione di uno spazio/ambiente “altro”, una dimensione parallela che porta il visitatore in un’atmosfera in cui l’oggetto trascende la propria dimensione fisica per acquisire significati oltre la sua funzione.

Tra le opere in mostra, quelle di BorBlue, Rastros de Dyógenes e Sy Gomes Barbosa creano connessioni forte tra il concetto di identità latino-americana e critica anti-coloniale.

BorBlue è un artista transgender che lavora con l’arte del timbro e la “poesia marginale” a Belém (Pará), utilizzando piazze e fiere, spazi pubblici, come luogo di creazione artistica. Nell’opera PoeZé, l’artista parte dalla propria esperienza con l’Ubanda (religione sincretica di radice africana), per creare un universo che riflette la bellezza e la poesia presenti nei culti di matrice afro-religiosa (soprattutto quelli presenti in Amazzonia) e la delicata quesitone della demarcazione delle terre afro-indigene in Brasile.

PoeZé by BorBlue - Schwules Museum - 2022

Rastros de Dyógenes, performer e artista visivo, è autore di interventi poetici in cui ecologia, memoria, presenza e virtualità si mescolano per dare forma a strategie di recupero della memoria collettiva. L’opera Pytuna, outros nomes para noite escura, è - nelle parole dell’artista - l’incarnazione di “un sud invertito”. Intersecando le linee dei tropici con quelle linee immaginarie del corpo/terra e di un corpo ibrido in movimento, le fotografie che compongono questa serie sono state realizzate a partire dal 2017 e riorganizzate nel 2022 per questa installazione. Ispirandosi alle mappe geografiche e della sfera celeste, i tracciati e le note sono guidate dalla linguistica indigena di Abya Yala, una lingua di matrice Tupi, a cui si aggiungono le traduzioni in portoghese e tedesco.

Sy Gomes Barbosa è un travestito di colore, originario del Ceará (Nord-est del Braile), performer e produttore culturale. Il suo lavoro parte dalla domanda: dove si trova il nostro baricentro e possiamo modificarlo? Il titolo dell’opera, E se eu virasse o mundo de vocês de cabeça pra baixo?, introduce in modo diretto la domanda, partendo dal presupposto lanciato da alcuni teorici anti-coloniali i quali affermano che la nostra produzione è in grafo di cambiare il baricentro del mondo. Michelet, storico francese, è stato uno dei primi a parlare di “mondo”. Ha usato il termine "le monde", ma il suo mondo era l'Europa occidentale. Vale la pena pensare, allora, qual è il nostro mondo? Qual è il mondo dei travestiti? La danza di Sy Gomes Barbosa è una performance/trance che intende sovvertire tali regole eurocentriche e capovolgere il mondo, partendo dal presupposto che è possibile deviare il centro gravitazionale del mondo.

" E se eu virasse o mundo de vocês de cabeça pra baixo?" ( E se capovolgessi il tuo mondo?) by Sy Gomes Barbosa

Tutto l’allestimento contribuisce ad esaltare e rafforzare le cosmogonie presenti nei lavori dei 7 artisti in mostra. Piante, animali, rocce: il mondo vegetale e animale sono osservati e restituiti dai curatori, attraverso una lente magica che restituisce un caleidoscopio di altri modi possibili di abitare il mondo e di vivere le relazioni tra esseri umani e non umani.

Specchi, luci e materiali organici come il legno e le piante svolgono un ruolo altrettanto importante nello spazio espositivo. Le superfici riflettenti vengono utilizzate come rimando al binomio visibile/invisibile che sottende al mondo dell’ “encantaria”. Le luci luminescenti segnano i profili di tali specchi, creando - come spiegano i curatori - una sorta di “aurea” che riporta il visitatore ad una dimensione occulta. Gli elementi lignei e la presenza di materiali organici creano una relazione con lo spazio della foresta, la grande casa degli spiriti incantati.  

Natura e sensibilità, finalmente fusi, si combinano per creare un punto d’accesso alla bellezza di un’esistenza fuori dai canoni prestabiliti di corpi normati. Nelle parole dei curatori della mostra, “risorgere dalle ceneri, trasmutarsi di fronte alla debacle della supremazia, è un atto radicale di amore verso se stessi.”

Written by
Untolds