MILANO NASCOSTA
1. Ted Milano
(attribuito a) Gio Ponti (1936)
Dall’esperienza della coppia creativa nasce nel 2015 Ted Milano, uno spazio dedicato al mondo dell’interior design all’interno di una Villa dall’architettura razionalista costruita nel 1936 e il cui progetto è attribuito allo studio dell’architetto Gio Ponti.
Una Casa Boutique i cui saloni, affacciati sul patio esterno, si sono trasformati in zona espositiva e di lavoro, nei quali gli elementi decorativi sono stati disegnati e inseriti affinché dialogassero con le geometrie inaspettate dell’architettura, con i marmi e l’ottone del camino, con gli intarsi nel legno e con ogni dettaglio dallo spiccato gusto Déco. L’eco elegante degli anni Trenta e Quaranta, il giardino decadente scandito da roseti e palme, le trame tessili e le carte da parati sontuose, invitano ad esplorare uno spazio senza tempo che propone un’ampia selezione di tessuti e carte da parati, insieme ad una collezione di tappeti e di mobili vintage. Al piano inferiore della Villa, nelle ex cucine della dimora riconvertite in open space dal mood industriale, è esposta la collezione di tappeti contemporanei, vintage e antichi, realizzati secondo l’antica tradizione dell’annodatura a mano di filati pregiati e firmati Ted Milano.

2. Galleria Bellucci
Galleria Bellucci e Hannes Peer (2019)
In un’ex tipografia industriale, nasce l’esclusivo allestimento ispirato all’opera e al genio di Jean Prouvé. Quaranta pannelli della facciata della scuola Beziers, destinata alla demolizione, sono stati recuperati per dar vita a un’installazione monumentale e architettonicamente scenografica in cui l’ambiente esterno diventa elemento di arredo e il visitatore sperimenta la sensazione di trovarsi all’interno di un frattale. Il progetto è stato possibile grazie alla collaborazione tra Federico Bellucci, titolare e l’architetto Hannes Peer.
È proprio il contrasto tra la superficie esterna dell’involucro e l’interior caldo e maternamente accogliente che si percepisce nell’ambito domestico a enfatizzare l’esperienza emozionale del pubblico.

3. Fondazione ICA Milano
lgb-architetti (2018)
Il recupero di questo edificio abbandonato da 30 anni è stato guidato da una volontà precisa, quella del raggiungimento dell’essenziale. La domanda era: Rispetto al panorama degli edifici esistenti, come intervenire? Più di un restauro, e nella totale assenza di un’intenzione conservativa, si parla di recupero. La distanza rispetto all’eccesso è stata tenuta basandosi su un principio di nudità, e di rinuncia rispetto ad un falso pudore, cercando attraverso questa via, di avvicinarsi all’essenziale di un edificio.
Cosa rimane di essenziale per un edifico? bisogna allargare lo sguardo e includere del dialogo anche l’esatto opposto e cioè l’idea di lusso. Anch’essa fuggevole perché il lusso risiede nel livello di accessibilità di un determinato bene, l’acqua è un lusso in molte parti del mondo, cosi come lo è l’oro nel mondo occidentale. Allora, l’essenzialità, cosi come il lusso, sono strettamente legati al contesto.

4. Sottotetto per Architetto
Plus Ultra studio (2012)
Un piccolo studio dentistico all’ultimo piano di un palazzo milanese convertito nell’abitazione privata di un architetto. La possibilità di recuperare lo spazio del sottotetto, ha consentito di aggiungere un soppalco con una camera, uno studio e una piccola cabina armadio.
Grazie alla posizione particolarmente favorevole si è scelto di valorizzare ulteriormente l’illuminazione naturale degli ambienti aprendo due lucernari per aggiungere illuminazione zenitale. Lo spazio, fluido e privo di nette separazioni, prevede per ogni area una doppia fonte di luce: oltre all’illuminazione diretta si è puntato anche su fonti indirette, grazie all’uso mirato di materiali semitrasparenti, traslucidi e di fasce a specchio.

5. Rifugio antiaereo di piazza Grandi (1927)
Sotto la fontana di Piazza Grandi si cela uno dei primi rifugi antiaerei realizzati dal Comune di Milano prima della II guerra mondiale. Capace di contenere fino a 450 persone, è uno dei rifugi antiaerei meglio conservati in tutta la città, grazie sopratutto al grande lavoro, terminato quest’anno, di recupero della fontana e del suo impianto idraulico.
Scendendo per l’unica scala ancora utilizzabile, si accede alle 24 stanze che compongono questo labirintico rifugio, dove sono ancora oggi ottimamente conservate anche le tipiche indicazioni in vernice sulle pareti per segnalare dove trovare l’acqua potabile, o indicare divieti come portare cani o fumare.
